Tradurre i libri di Roberto Saviano è davvero una questione seria. Come si traduce in inglese “paranza”? Perché non esiste un termine di quel tipo.
Lo racconta a Crime Magazine Linda De Luca, traduttrice anche dello scrittore Roberto Saviano.
Ciò che ho sempre amato molto del mio lavoro di traduttrice è la possibilità di imparare moltissimo e sugli argomenti più disparati.
Una mattina di marzo del 2017 mi sono trovata a tradurre oralmente l’intervista tra uno scrittore italiano e una modella americana.
Si parlava di canoni di bellezza nell’era moderna.
Conclusa l’intervista, Roberto Saviano mi ha chiesto la disponibilità di assisterlo in altre occasioni.
E il suo focus non era esattamente la bellezza al giorno d’oggi, bensì la letteratura crime.
Dalla bellezza ai mafiosi
Nei mesi successivi ho tradotto interviste sui boss mafiosi italiani e stranieri, materiale per una serie tv sulla corruzione politica, incontri con editori per l’uscita di romanzi sul narcotraffico nelle province italiane.
L’argomento mi intrigava.
E così ho iniziato a guardare serie tv crime o leggere libri sulla storia della famiglia Gambino piuttosto che Genovese o a chiacchierare con gli anziani italo americani che incontravo a New York, città dove abitualmente vivo.
E ritrovarmi a scoprire il significato delle scarpe legati tra loro dai lacci e appese sui cavi della corrente nei quartieri di Harlem o del Bronx negli anni ’80 (e cioè: qui si spaccia. Se non sei interessato, stai alla larga).
Simultaneamente, quasi per ironia della sorte, mi arrivavano da altri clienti richieste di traduzioni di atti giudiziari, testimonianze di detenuti nel 41bis, sceneggiature di film tratti da romanzi polizieschi e lavoravo come interprete negli ospedali per pazienti che avevano suonato nei jazz club per le grandi famiglie mafiose italo-americane.
Inserita in questo nuovo contesto, ho iniziato a notare le difficoltà tecniche della traduzione, in particolare, inizialmente, la terminologia.
La mafia e le altre organizzazioni criminali
Le grandi organizzazioni criminali in Italia hanno radici precise: Camorra in Campania, Cosa Nostra in Sicilia, ‘ndrangheta in Calabria, Sacra Corona Unita in Puglia.
Sebbene in un testo in inglese sulla criminalità organizzata si possa parlare genericamente di “organized crime”, quando ci si rivolge a un pubblico attento al tema, è d’obbligo riportare i nomi precisi dei clan.
Una spiegazione, invece, o, per dirla in gergo tecnico linguistico, un’amplificazione o esplicitazione, risulta necessaria nel momento in cui vengono riportate espressioni dialettali o del linguaggio di strada, spesso unico e intraducibile.
La paranza dei bambini e la traduzione
Durante un interpretariato a New York sull’ultimo libro dello scrittore Roberto Saviano, La paranza dei bambini, tradotto con The Piranhas – ottima traduzione, che riprende il senso del banco di pesci feroci, proprio come i giovani criminali protagonisti del romanzo -, venivano utilizzate espressioni quali “stesa”, cioè la pratica dei giovani camorristi di sparare all’impazzata nei quartieri della città dai motorini per seminare il terrore.
Ovviamente non esiste un unico termine in inglese, ci si avvicina forse raid, ma decisi che fosse necessaria una perifrasi: random shooting while driving on mopeds.
Anche l’espressione “paranzini”, cioè i membri del giovanissimo clan criminale, necessitava un’estensione nella traduzione, quindi da “young criminals member of the gang”, passai successivamente a un semplice “paranza kids”, che manteneva il gusto della lingua di origine unita all’inglese.
Questi e molti altri accorgimenti erano stati pensati dopo aver conversato con l’autore e assistito alla fondamentale preparazione del materiale.
Raccontare Scampia agli americani
Qualche tempo fa mi è stato chiesto di recarmi a Napoli per offrire un servizio di interpretariato durante un’intervista tra lo scrittore Roberto Saviano e un giornalista del NY Times.
L’incontro si sarebbe svolto visitando quartieri della città che venivano citati nei libri dell’autore napoletano come luoghi devastati dalla camorra: Scampia, Quartieri Spagnoli, Sanità, Forcella.
Poiché lo scrittore era sotto scorta a causa delle minacce ricevute dai boss da lui denunciati, il viaggio si è svolto in un’auto blindata e con un seguito di vari carabinieri.
In un paio di momenti ho percepito un’atmosfera tesa, dovuta alla presenza di uomini sui motorini che ci passavano di fianco e rallentavano incuriositi non appena capivano che quegli agenti circondavano proprio il popolare scrittore.
La condanna a morte di un’organizzazione criminale come la camorra si dice essere definitiva, non si dimentica e quindi lo spettro del rischio di essere un target aleggia sempre.
Non ho mai pensato di essere in pericolo in quell’occasione in particolare.
Sicurezza e traduzione
Mi ha attraversato la mente il pensiero di un sicario, ma la mia unica preoccupazione è stata quella di portare a termine il lavoro in maniera attenta e professionale.
In fondo, un soldato che si arruola volontariamente, non può provare paura una volta sul campo di battaglia. È stata un’esperienza intensa, probabilmente tra le più forti della mia carriera.
Traducendo testi sulla criminalità italiana e americana, ma anche russa, albanese, si iniziano a comprendere i principi di fedeltà alle logiche criminali e di appartenenza alle famiglie di riferimento.
Le intercettazioni telefoniche
Sentire le intercettazioni telefoniche tra mafiosi ha confermato quello di cui avevo sentito solo narrare con un sospetto di irrealtà ed enfatizzazione.
I racconti sulla pratica della pungitura (rito di iniziazione per i membri di Cosa Nostra), o gli aneddoti di Joe Pistone, alias Donnie Brasco, agente dell’FBI infiltrato per anni nella famiglia mafiosa dei Bonanno, che durante un’intervista descriveva il perché delle scelte dei boss sull’uccisione o meno di altri membri.
Tutto ciò si riflette negli scritti e analogamente deve riflettersi nella traduzione, con la solennità e la brutalità, del caso.
Perché tradurre è una questione seria.